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Videogiochi e nuova socialità: parla la psicologa.

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Smartphone e videogiochi sono sempre più alla portata di tutti; la vera sfida per un genitore, quando i maggiori fruitori ne sono i figli, non è vietare i videogiochi ma imparare a leggere questa nuova socialità, ascoltando anche i segnali di allarme qualora ci siano.

Abbiamo analizzato con la nostra psicologa psicoterapeuta Anna Maria Mirto il fenomeno del gaming online.

Dottoressa Mirto, l’utilizzo dei videogiochi è sempre più preponderante. La crescita durante la pandemia è stato evidente.

Giocare online in sé è un’attività come tutte le altre, anzi ha le sue specificità positive nell’ambito della socializzazione e dello sviluppo personale. Il tempo libero dedicato a internet e al gioco sul computer rientra a pieno titolo nelle modalità contemporanee di sviluppo e relazione delle persone. Durante il lockdown è stato evidente il loro essere preziosi strumenti di socializzazione per tutte le fasce d’età, non solo per i più giovani.

Quali le opportunità nei bambini nell’utilizzo, controllato, di questi strumenti?

Essi favoriscono l’abilità cognitiva e motoria, migliorano i tempi di reazione, sviluppano la coordinazione visivo-manuale, permettono di imparare ad accettare vittorie e sconfitte.

Fin qui le opportunità, ma vi sono anche dei rischi.

Il principale è estraniarsi troppo dalla realtà, finendo in un mondo parallelo che ribalta le priorità. I segnali di disagio più comuni sono la forte preoccupazione per il gioco, i comportamenti di isolamento quando non è possibile giocare, la richiesta sempre maggiore di tempo di gioco per trovarvi soddisfazione, la perdita di interesse per le altre attività, il mentire sul tempo trascorso giocando.

Quali i consigli per genitori preoccupati?

Non tutti i videogiochi sono uguali e non tutti sono nocivi. Per un genitore è importante conoscere le peculiarità del gioco che appassiona il figlio, come ulteriore forma di dialogo e avvicinamento. Gareggiare insieme può diventare una sfida avvincente: è però fondamentale mettere delle regole che riguardano il tempo di gioco, non ricattare il figlio vietando il gioco come forma di punizione, ma insegnare a dosarne l’uso alternando con altre forme di svago.

Cosa fare davanti a segnali preoccupanti?

Bisogna capire se ci sono dei problemi: il videogioco può diventare lo strumento per creare un mondo perfetto, per scappare da difficoltà reali. L’aiuto di uno specialista è fondamentale, i genitori non devono avere paura di rivolgersi a figure professionali.

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