Il Covid-19 può lasciare segni anche a distanza di mesi dalla guarigione. L’infezione può infatti causare danni permanenti sulla funzionalità respiratoria e cardiologica, anche in chi ha superato la malattia in forma lieve.
Abbiamo intervistato il Dottor Andrea Zanini, pneumologo del nostro Centro, per ricordare ancora una volta quanto non sia possibile sottovalutare le conseguenze dell’infezione.
Dottor Zanini, perché è importante la valutazione post Covid?
Soprattutto dopo la seconda ondata, stiamo osservando nel nostro Centro un crescente numero di persone che manifestano i postumi della malattia molto più a lungo rispetto alla prima ondata. Ciò si manifesta prevalentemente in pazienti che sono stati ospedalizzati a causa della gravità della fase acuta, ma non solo: anche chi è stato trattato a domicilio e quindi ha avuto un decorso acuto più blando riporta sintomi da non sottovalutare.
Quali sono i principali sintomi?
Si tratta, in particolare, di persistenza di affaticamento, dispnea e tachicardia, ma anche di mal di testa, difficoltà di concentrazione, depressione e, in generale, un difficile ritorno alla normalità; tali sintomi possono perdurare anche per diverse settimane dalla guarigione.
In che modo i polmoni e l’apparato respiratorio possono essere coinvolti?
L’apparato respiratorio viene coinvolto a causa della non completa o della lenta risoluzione delle lesioni polmonari causate dall’infezione e ciò favorisce il perdurare di mancanza di fiato e affaticabilità.
Come funziona il percorso di screening?
Il percorso di screening si basa essenzialmente su una valutazione dell’apparato respiratorio di natura clinica, funzionale (spirometria e monitoraggio notturno della saturazione di O2) e radiologica (Rx torace). Trattandosi di una malattia multi-organo è previsto anche un prelievo di sangue per la valutazione degli indici di coagulazione, che possono avere ripercussioni sull’apparato respiratorio e sulla funzionalità epatica.
A chi consiglia caldamente di rivolgersi all’ambulatorio?
A tutti coloro hanno contratto il virus. I dati confermano che il Covid-19 lascia strascichi a lungo termine sulla funzionalità respiratoria, soprattutto nei pazienti usciti dalla terapia intensiva. Il mio appello si rivolge anche a coloro che rimangono sintomatici a lungo o in modo sproporzionato. Una volta risolta la fase acuta e avvenuta negativizzazione del tampone, consiglio caldamente di affidarsi a uno specialista per una valutazione dedicata.
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